21.8.17

Raquel


Alle undici di sera la discoteca Alchimia era piena, il calore era insopportabile e la gente a malapena riusciva a muoversi. Alfredo e i suoi amici stavano festeggiando la fine del primo semestre dell’università e volevano concludere alla grande la serata, per questo era già più di un’ora che cercavano di interagire il più possibile con il sesso opposto. Però un guppo di quattro sbarbatelli ubriachi e con la faccia da allupati era già di per sé ragione più che sufficiente per tenere lontano qualsiasi ragazza che si rispetti.

Poco a poco i ragazzi iniziavano a perdere la pazienza, la seconda bottiglia di tequila stava per finire e il piano iniziale d’invitare un gruppo di ragazze al loro tavolo stava andando in fumo. Decisero di separarsi e andare ognuno per conto proprio per vedere se avrebbero avuto maggior fortuna. Alfredo andò al bancone alquanto indispettito sapendo che aveva speso i suoi soldi inutilmente. Non era stata neppure una sua idea andare al mare per tutto il fine settimana. Nonostante le vacanze fossero appena iniziate, gli ormoni erano già caldi ed esigevano un po’ d’azione. All’improvviso si rese conto che a pochi metri da lui una donna estremamente attraente stava cercando di farsi spazio tra la gente per ordinare qualcosa da bere al bancone. Senza pensarci due volte le si avvicinò e, aprendosi passo a suon di gomitate, chiamò il barman come se lo conoscesse da una vita. Pagò due cocktail, gesto per il quale lei dimostrò apprezzamento con un sorriso malizioso. Dopo aver brindato a qualsiasi motivo più o meno valido per il quale valesse la pena bere, lui la prese per mano e la portò sulla pista da ballo. La scena era incredibile: ballavano, si guardavano, lei si muoveva, lui la prendeva per i fianchi, si avvicinavano pericolosamente, quasi baciandosi. Quando gli altri amici se ne accorsero, lui sentì immediatamente i loro sguardi addosso, l’invida. Allora si fece coraggio, le baciò il collo e respirò il suo profumo. Lei inclinò indietro la testa e si lasciò andare. Si baciarono, si toccarono, si muovevano a ritmo di musica che era a massimo volume. Gli disse il suo nome, era Raquel. In un attimo di pazzia, lui le chiese di accompagnarlo in hotel nella camera che condivideva con i suoi amici e lei, sorprendentemente, accettò. I ragazzi sapranno essere discreti, pensò. Uscirono tutti insieme e presero uno dei tanti taxi che erano fuori dal locale.

La discoteca e l’hotel erano a dieci minuti circa di strada interprovinciale. Strada, buia e disabitata, ideale per pomiciate e palpeggiamenti nell’auto, preludio alla consumazione della grande serata. Luis era nel sedile accanto al conducente mentre Claudio e Santiago erano letteralmente schiacciati l’uno sull’altro per lasciare spazio alla nuova coppia. Non erano passati neppure cinque minuti; all’improviso nel bel mezzo della notte si sentì un grido di terrore, tremendo che fece inchiodare il tassista. Tutti si girarono immediatamente verso Alfredo, pallido come un cencio e con la faccia sfigurata dalla paura. Tra una palpatina e l’altra, aveva sentito una protuberanza inaspettata, una sporgenza che non avrebbe dovuto essere lì. “Trans di merda!”, riuscì finalmente a dire e lei, di tutta risposta, tirò fuori una forchetta dal nulla con sguardo minaccioso. L’unica cosa che riuscirono a fare fu buttar fuori dal taxi a forza di spintoni colui che poco prima era Raquel, ricevendo in cambio insulti e sputi. Tutti rimasero in silenzio per un momento. Poi scoppiarono in una fragorosa risata, conducente incluso. Dodici anni più tardi, la moglie di Alfredo continua ancora a chiedersi perché gli amici di Alfredo lo chiamino Raquel. Ovviamente non ha mai avuto alcuna spiegazione.

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