21.8.17

Una su un milione


Questa è la storia di un uomo che dopo due anni di matrimonio si rese conto di essere allergico a sua moglie. E in questo caso non si tratta né di una battuta, né di un modo di dire nonostante molte coppie siano abituate a utilizzare il termine con estrema leggerezza riferendosi a tutto ciò che trovano pesante, brutto o assurdo. Capita talmente spesso che con il tempo si sviluppa facilmente l’allergia alla suocera, al supermercato, alla banca e compagnia bella. Ma questa volta non era così. Si trattava davvero di una strana malattia per la quale l’organismo di un individuo reagisce respingendo la vicinanza di un’altra persona, quella particolare persona che abbia un gene raro, presente in una su un millione. E succedede che proprio due scherzi della genetica finirono per incontrarsi e innamorarsi, alla faccia di qualsiasi modello statistico e probabilità.

Avevano avuto il sospetto che qualcosa in loro non andasse già da quando si erano conosciuti la prima volta. La migliore amica di lei era la fidanzata del miglior amico di lui e quando li presentarono non fu certo un colpo di fulmine, si piacquero il minimo indispensabile per andare a vedere insieme un film al cinema. Poco dopo l’inizio dello spettacolo lui cominciò a sentire prurito in tutto il corpo, la faccia divenne rossa come il sedere di un babbuino e iniziò a sentire un calore asfissiante che dalla punta dei piedi si diffondeva rapidamente fino ad arrivare alla testa. La rassicurava dicendo che tutto andava bene, ma poco dopo dovette alzarsi in piedi disperato per la mancanza di ossigeno per poi correre via andando a vomitare rovinosamente addosso a una coppia di sfortunati anziani e infine svenire stremato. La diagnosi non fu chiara, i medici non riuscivano a mettersi d’accordo e per un anno dovette presentarsi ogni tre settimane all’ospedale per sottoporsi a ogni sorta di analisi.

Chiamiamolo atto del più puro amore, innocenza o semplice masochismo, fatto sta che lui le chiese di uscire ancora e lei accettò. Anche quella volta i sintomi, seppur meno forti, si riproposero nonostante le pastiglie e gli intrugli vari. Si dice che quando l’amore bussa alla nostra porta non se ne va fino a che non lo facciamo entrare e anche se va via dopo un po’, ci lascerà per sempre un ricordo. Ed entrambi decisero, con una buona dose di coraggio, di aprire le loro porte all’amore. Dei rigurgiti e del resto se ne sarebbero preoccupati in seguito, perché alla fine si ama con il cuore e non pensando alle vie di fuga, se così si può dire. Quando terminò l’anno degli esami medici, gli dissero che era più sano di un pesce e che probabilmente i suoi mali dipendevano da uno stato cronico di stress. Invece di ritirasi il nostro eroe non potè trovare miglior forma di combattere lo stress se non cavalcando sul fertile, vasto e inesauribile campo del matrimonio.

I novelli sposini si adoravano, si desideravano, fino al momento in cui si toccavano. Lui si arrabbiava con se stesso e lei lo calmava dicendogli che presto tutto si sarebbe risolto, anche se in fondo non lo pensava davvero. Un giorno li visitò una signora dal nord che gli fece una sessione di “compatibilità di corpi”, una specie di stregoneria per la quale dovettero stare mezzi nudi a mezzanotte e in pieno inverno, circondati da fiori e immersi nell’acqua tiepida al profumo di poutpurì. L’unica cosa che ottennero fu un febbrone da cavallo e quattro giorni di riposo assoluto. Proprio durante uno di questi pomeriggi di malattia, navigando su internet, trovarono una persona in Finlandia che aveva esattamente la stessa patologia. In quattro e quattro otto si fiondarono all’aeroporto con la valigia piena di speranza e di cappotti pesanti per affrontare il terribile freddo finlandese. Bastarono venti giorni per avere una diagnosi, che ovviamente sorprese entrambi: era allergico alla sua stessa moglie. Gli prescrissero uno sciroppo e una crema che doveva mettersi tutti i giorni per il resto della sua vita, “fino a che la scienza avanzi e si trovi una soluzione migliore” gli dissero. Per la seconda volta, al posto di spaventarsi, non potè trovare miglior forma di accettare la notizia, se non cavalcando su un altro fertile, vasto e inesauribile campo: quello della paternità.

Ebbero tre figli in totale e ognuno di loro gli regalò altri due nipoti. Non si parlò più dell’allergia e neppure della Finlandia. Il destino li aveva già messi alla prova una volta ed erano riusciti a trovare un buon compromesso. Dalla prima notte e fino all’ultima, dopo essersi spalmato la sua crema e aver bevuto il suo sciroppo, le si avvicinava e la baciava sulle labbra, convinto che riuscirla a trovare equivaleva a una possibilità su un millione, ma amarla era una gran fortuna.

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