21.8.17

Il mio amico Ivan


Ci conoscemmo letteralmente facendo a pugni. Era la Settimana Universitaria PUCP 2003 e si stavano giocando le semifinali di calcio, io giocavo nella squardra della facoltà di Architettura, lui per quella di Amministrazione d’Impresa. Eravamo zero pari e a pochi minuti dalla fine uno dei nostri attaccanti venne buttato a terra proprio davanti alla porta rivale. L’arbitro decise di non dare fallo e iniziò la rissa. Due ore dopo la squadra vincitrice, ovvero quella di Ivan, offrì sei casse di birra ai perdenti. E tra bicchieri pieni, barzellette sconce e occhi neri, diventammo amici.

Come se quella vittoria sportiva fosse stata una premonizione dei nostri destini, Ivan con il tempo ottenne senza grandi problemi ciò che io non riuscii mai: molte donne e molti soldi. Quando uscivamo, per esempio, mentre io mi sforzavo di ballare mantenendo il ritmo, cosa che non è proprio nelle mie corde, Ivan riusciva quasi sempre a conquistare qualche bella donzella. Non è invidia la mia, solo che io apprezzo la bellezza – di certo non sono un modello però esigo un minimo di armonia fisica in una ragazza – invece il mio amico era un cacciatore piuttosto conformista. Anche nel lavoro mi faceva le scarpe: io m’impegno per non fare errori, cosa che mi rende lento e prevedibile quando mi occupo di un progetto. Viceversa Ivan è più semplice, diretto e a volte folle. Quando lasciava un lavoro, mi chiamava e mi diceva che avrebbe trovato qualcosa di molto meglio. Io avevo timore che dopo tutto quel licenziarsi prima o poi non avrebbe più trovato un’occupazione, ma le mie paure non si avveravano mai, anzi andava proprio come diceva lui! Ogni volta trovava qualcosa di meglio. Passava mesi in Brasile o negli Stati Uniti e ogni anno ci vedevamo meno. Non si dimenticava mai di mandarmi le sue foto che lo ritraevano in spiagge magnifiche, in hotel grandiosi e – ovviamente – con donne stupende.

Una volta, organizzammo una serata tra vecchi compagni di università in un club, con tanto di partita di calcetto, per commemorare l’evento di dieci anni prima. Ci fu una buona partecipazione, alcuni vennero accompagnati da mogli e figli che si divertivano vedendoci intenti a riproporre le nostre mosse migliori. Ursula, la mia ragazza, non potè venire in quanto da lì a pochi giorni avrebbe dovuto sostenere un esame, ma mi disse di fare molte foto. Io in realtà non sono tanto per le foto e lascio che siano altri come Ivan a farle e poi a condividerle su Facebook. Verso sera, tra un bicchiere di buon vino e l’altro, parlammo un po’ di tutto, replicammo gli scherzi e i soprannomi di sempre, ricordammo i vecchi tempi e brindammo al futuro. Al calar della notte eravamo già ubriachi e dopo aver fatto qualche foto di gruppo ci salutammo calorosamente. Ivan si offrì di accompagnarmi a casa con la sua nuova BMW.

Durante il tragitto mi raccontò che si era stufato di Lima, che era ormai convinto di trasferirsi a Miami, lì aveva dei buoni contatti. Sarebbe venuto a trovarci una volta ogni tanto, questo certamente, anche perché i vecchi amici sono per sempre. Una volta arrivati, vidi che la luce del mio appartamento era accesa e quindi lo invitai a salire per fargli conoscere Ursula. Rifiutò in quanto mi disse che era stanco e che doveva guidare per arrivare dall’altra parte della città. Lo ringraziai per avermi portato a casa e lo abbracciai prima di scendere dall’auto. All’improvviso vidi che stava girando la faccia verso di me per provare a baciarmi, lo spinsi via. Ivan mi guardò con lo sguardo tra il pentito e lo stupito, si scusò immediatamente e mi chiese di non raccontarlo ai ragazzi. Aveva le lacrime agli occhi. Io ero alquanto arrabbiato e un po’ a disagio, ma gli risposi di non preoccuparsi, che avrei fatto finta di nulla. Questa volta gli strinsi forte la mano, gli augurai buona fortuna e gli dissi che speravo di rivederlo presto. Quella notte non chiusi occhio. Vedendo Ursula dormire di fianco a me, sentii che nonostante tutto, dovevamo considerarci fortunati perchè potevamo amarci e mostrarlo liberamente, mentre lì fuori ci sono persone che apparentemente hanno tutto, ma a causa di una società piena di pregiudizi e intolleranze non riescono a essere felici.

Nessun commento :

Posta un commento