23.10.14

Un amore d'estate


Ci guardammo per un attimo senza dire una parola. Avrei potuto giurare che si sentiva in sottofondo “The Way” dei Fastball, la nostra canzone preferita in quei giorni lontani, colonna sonora della nostra storia. Lei mi prese per mano e camminammo insieme sulla sabbia ancora tiepida. Per un attimo ritornammo a essere ribelli, sognatori, stupidi. All’improvviso inciampai, quasi cademmo, lei si lasciò scappare un disperato ma sincero “Merda!” e iniziammo a ridere come pazzi. Per la seconda volta nella nostra vita non c’era spazio per discorsi, spiegazioni, e men che meno per promesse, che all’epoca non pesavano tanto come ora, a trent’anni suonati. Solo risate e qualche breve momento di nostalgia in omaggio a un amore che nacque una notte come questa, sulla stessa spiaggia quindici anni fa.

15.10.14

Il Pirata


Squallido e sgarbato sin da quando aveva imparato a muovere i primi passi, nel quartiere lo avevano visto crescere come una pianta selvaggia di cui nessuno si prende cura, ma che contro qualsiasi pronostico riesce a sopravvivere. Era stato adottato dalla strada che gli aveva regalato pane secco da mangiare e piedi veloci per scappare con la frutta che rubacchiava al mercatino. Dei suoi genitori e dei suoi fratelli non sapeva quasi nulla, qualcuno gli aveva raccontato che erano morti in un incidente, altri che erano andati a lavorare in una piantagione di caffè in Costa Rica. Nessuno gli aveva mai detto perchè lo avessero abbandonato, nè lui lo aveva mai chiesto. Lo chiamavano “Il Pirata” perché da piccolo era stato colpito con una pietra nell’occhio mentre faceva a botte in una delle tante risse tra bande dei quartieri più poveri de La Victoria, dove un pezzo di terreno si protegge anche a costo della vita. A causa di questa ferita era stato costretto a portare una benda sporca sull’occhio sinistro per qualche mese, ma l’occhio non sarebbe mai guarito completamente.


8.10.14

Atomico


A venti anni si rese conto che chiamarsi Massimiliano Buongiorno sarebbe stato il primo impedimento per diventare un supereroe. Sapeva che un nome di battesimo come il suo era destinato all’oblio, sarebbe stato buono solo per passare inosservato tra la moltitudine, paragonabile a un qualsiasi Tal Dei Tali. Una sera, vedendo un documentario in televisione, sentì per la prima volta il termine “atomico” e, sebbene non ne intese il senso, fu come un’illuminazione, una sensazione che lo folgorò; seppe allora che chiamandosi così avrebbe raggiunto l’immortalità.